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238 Prime nozioni di astronomia

zioni della cromosfera e delle protuberanze aventi sulla pellicola sensibile un’azione più intensa ed efficace delle ordinarie radiazioni. Si utilizza a tale scopo la luce che corrisponde alle righe H e K dello spettro della cromosfera e delle protuberanze, righe poste verso l’estremo violaceo dello spettro, poco brillanti all’occhio ma intensamente attiniche e attribuite al calcio.

Segnano queste fotografie un grande successo della Fisica solare. Le osservazioni dirette fatte allo spettroscopio sono necessariamente limitate allo stretto anello cromosferico esistente ottorno al bordo del disco solare. La più gran parte della cromosfera, quella che, vista dalla Terra, si proietta sul disco stesso del Sole, ad esse sfugge per intero.

Altrettanto non avviene al metodo fotografico di indagine ideato come si disse in Francia e in America. La luce stessa delle righe H e K che cosi bene si presta a fotografare la cromosfera e le protuberanze esistenti attorno al bordo del disco solare, permette di riconoscere giornalmente e con sicurezza la cromosfera che si proietta sull’intero disco solare, di riconoscere e di osservare cioè l’intero guscio cromosferico del Sole.


§ V.

Tentativi fatti per ottenere fotografie della «corona» anche a Sole non eclissato.

Costituzione della «corona». Coronio.

278. Se si osserva il Sole durante una sua eclissi, quando esso per noi è velato dal corpo opaco della Luna, un fatto caratteristico richiama, fra altri, l’attenzione.