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Il Sole. | 179 |
195. L’osservazione attenta del modo con cui le macchie si presentano alla vista nelle diverse loro distanze dall’orlo dal Sole, ha fatto concludere che esse sono cavità aperte nello strato luminoso che forma la superficie del Sole; cavità però non vuote, ma occupate da vapori, in parte opachi, i quali impediscono che la luce arrivi a noi dal fondo delle cavità stesse. Quindi il color nero che per lo più distingue lo spazio verso il mezzo delle macchie, in altre parole il color nero del nucleo delle macchie1.
- ↑ Si ammette quasi generalmente che le macchie sono cavità, squarciature cioè nella fotosfera solare, profonde secondo Wilson seimila e più chilometri, ma riesce tuttora difficile il dire quali siano le condizioni dei materiali che esse contengono, e quali le cause dell’oscurità dell’ombra e della penombra loro. Molto si è studiato oramai intorno alle macchie, ma il problema delle macchie solari è ancora lontano dall’essere risolto in modo esauriente, e uno studio ulteriore delle radiazioni di esse macchie è tuttora più che mai necessario.
corrisponda un aumento della temperatura dell’aria, ma i due aumenti non sono simultanei, il massimo relativo della temperatura seguendo di tre anni circa quello delle macchie. Pare che nell’occidente di Europa abbiansi in corrispondenza del minimo delle macchie estati più calde, inverni più freddi e che l’amplitudine annua della temperatura sia negli anni corrispondenti a un minimo di macchie più grande che nelle epoche di massimo delle macchie stesse. Pare in generale che i massini di macchie sieno accompagnati da più copiose pioggia e da più intensi commovimenti della nostra atmosfera; che le stagioni nostre però seguano in qualche modo le vicende delle macchie solari non si può ancora affermare in modo assoluto ma solo con opportune riserve.