Pagina:Lockyer - Astronomia, 1904.djvu/17


La Terra e i suoi movimenti. 5

ogni parte la vista; se ascendiamo una vetta, le visuali in alcune direzioni si arrestano sopra vette più alte, in altre direzioni si sprofondano in valli più o meno anguste; se ci moviamo in paese piano, la vista è circoscritta da alberi, da edifizii, talora anche da cime di montagne che lontane si elevano dietro di essi. E quivi, alla pianura, da qualunque parte volgiamo lo sguardo, ci pare di trovarci al centro di un circolo il cui contorno, segnato da boscaglie, da siepi, da case o da colline, sembra toccare in qualunque suo punto il firmamento; e in qualsivoglia direzione ci moviamo, quel circolo ci accompagna sempre per così dire, e sembra a noi di occupare continuamente il centro del paese che ci si estende allo intorno.

Non è quindi in mezzo a monti, e neppure al piano che noi potremo giudicare con fondamento della vera figura della superficie terrestre; rechiamoci in luogo dove questa si pari dinanzi a noi senza rilievi, senza accidenti di alberi, di edifizii o d’altro che ne disturbino la regolarità; avviciniamoci alla riva del mare.

7. Eccovici. Osserviamo quella nave che parte per un lungo viaggio. Essa è ancora a noi vicina (in A, fig. 1); noi la vediamo tutta in mezzo al mare che si estende al di qua e al di là di essa; mano mano che s’allontana, essa s’impicciolisce, pur rimanendo tutta per intero visibile; continua ad allontanarsi e intanto va crescendo lo spazio di mare che ci separa da essa, diminuendo quello che è tra essa e la linea PQ, linea la quale pare segni il confine tra il mare e il cielo.

Non passa molto tempo e la nave arriva in C, proprio sulla linea PQ; la si vede ancor tutta dal livello delle acque fino alla punta degli alberi suoi, e nettamente si disegna sul fondo del cielo; il mare