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«Quando entrai nella sua tenda, stava seduto sulle sue calcagna, tenendo una corona nella mano destra come immerso in una specie d’estasi religiosa. Mi fece varie dimande sulle navi cariche di soldati, ch’eran giunte in Algeri. — Non mentire, Nazareno, so quel che fate; — e mi fece vedere un pacchetto di giornali francesi. Gli risposi che doveva sapere le notizie meglio di me, prigioniero da tre settimane e più. — Dimmi la verità: vi sono molti soldati su queste navi? — Abbastanza per intanarti nel deserto. — Cristiano infame, credi tu, perchè siete numerosi come i grilli, oggi qua domani là, dappertutto i padroni del campo, che sarete sempre felici? Un ruscello di sangue vi rigetterà nel mare, donde siete scaturiti. — Se ciò accadesse, ne verrebbero degli altri. La Francia è piena di soldati. — Poi, tutt’ad un tratto: — Vuoi domandarmi qualche cosa? — Lasciami ritornare in Algeri, e fammi prima restituire il libro che i tuoi uomini m’hanno rubato. — Che libro è? — La Parola di Dio. — Ordinò, ed immediatamente mi fu recato il Nuovo Testamento. Dopo averlo alquanto esaminato, me lo restituì, dicendo: — Tuo libro dice che Dio ha un Figlio. È una bugia. Allah non ha eguale, poichè Desso è unico. Il Figlio di Maria è un inviato come Maometto. Sono agli occhi suoi, ciò che è Adamo, fatti di polvere. Non esiste che una religione: è quella che Allah raccomandò a Noè, che fu rivelata ad Abramo, a Mosè, a Gesù, a Maometto. Vuoi abbracciarla? Ti darò un grado nella mia armata; avrai tende, cavalli bellissimi, molta polvere e ricchezze grandissime. — M’hai reso il mio libro, te ne ringrazio; ti piaccia ordinare che non mi sia più tolto. M’è stato detto che tu hai una buona madre, il di lei nome e pervenuto nei nostri campi; i nostri soldati, tuoi antichi prigionieri, hanno conservato d’essa una buona rimembranza, e venerano la buona Lella Zahra. Ebbene!