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sono il colpevole. Il mio di già amico Carlos m’accompagnava il qualità di secondo, e, quando siete giunto, io m’era riconciliato con Marty, ch’io avea jeri gravemente offeso. Non mi scuserò certo col dire ch’io era ubbriaco, perchè non farei che aggravare maggiormente il mio fallo. Ora che rifletto quanto sia stata indegna la mia condotta, innanzi a voi prego questi signori d’accettare le mie scuse e quelle di Carlos, il quale potrà prendere la sua rivincita quando la polvere parlerà. — In fatti tu hai ragione, disse Carlos con una vivacità tutta francese; e ci stese ambe le mani, che noi stringemmo cordialmente. — Ebbene! ora vedo che siete dei bravi giovani, disse con bontà il capitano; e son persuaso che v’associerete con piacere alla felice notizia, ch’io veniva ad annunciare a Marty. — Oh! certamente, rispondemmo tutti, ma senza comprendere di che si trattasse.

Il Capitano prese allora la mano di Marty, e stringendogliela, disse con una lagrima furtiva negli occhi: — Ho domandato al generale la permissione d’essere io il primo a parteciparvi che siete stato nominato cavaliere della Legione d’onore per la vostra bella condotta al ritorno da Medeah. La vostra modestia non ci ha potuti illudere, e tutta l’armata sa con quale intrepidezza avete sostenuto, alla testa di pochi bravi stimolati dal vostro esempio, i primi assalti dei cavalieri dell’emir; ciò che permise ai corpi della retroguardia di sostener l’urto, e per conseguenza assicurò il passaggio della gola. — Grazie, capitano, disse solamente il mio amico, troppo commosso per poter aggiungere una seconda parola. — Ebbene! disse Carlos, voglio anch’io congratularmi col nostro camerata Marty. Definitivamente questo è più piacevole della conversazione di poco fa. Se il capitano lo permette, io propongo di inaugurare la nostra croce al caffè qui vicino. — Se tu desideri veramente trincare