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termi con lui. — Ebbene! gridò il giovin sergente; pensate voi dunque che la cosa finirà così?... Ho voce in capitolo; son venuto per dare o ricevere una stoccata, e lo voglio. — Che si fa qua dentro? disse allora una voce. Nel volgerci, scorgiamo il nostro capitano sulla porta. Entra. — Eh! che! delle spade! un duello forse!... a che proposito? È Marty? è Francesco? E voi altri, cacciatori, con chi volete battervi? Qual’è il vostro nemico? Osserva l’aria risoluta del giovane, e gli va incontro: Voi siete probabilmente l’interessato principale nell’affare, che vi teneva occupato quando sono entrato, imperocchè ho inteso le vostre parole. Qual è, ripeto, di questi due bravi Zuavi il vostro nemico? Rispondete...... Non siete voi nella compagnia Garnier?...... — Sì, capitano; noi siam venuti per terminare una piccola querela, ed ora si tratta di tutt’altro, e pel momento non voglio....... — Lo vogl’io, rispose il capitano. Ignoro e voglio ignorare l’aggressore, ma il vostro contegno me lo dice abbastanza. Come! mentre ogni giorno abbiamo da fare cogli Arabi, disporreste voi adesso della vostra vita e di quella d’un altro, e forse per cose da nulla? Non soglio condannar la bravura, ma odio la temerità di coloro che espongono la vita loro nell’unico scopo di provare che non sono paurosi. Sappiate dunque, e per sempre, che i vostri superiori poco ammirano questa vanità puerile, che riunisce i due caratteri dell’omicidio e del suicidio. Si punisce giustamente il soldato, che si mutila, come disertore della bandiera: a parer mio, il duello è una doppia mutilazione. Conservate il vostro sangue per l’ora della polvere; e, se soccomberete, non sarà almeno sotto i colpi d’un compatriota, d’un confratello d’armi: e potrete dire, ma con più verità: L’onore è soddisfatto!
«Il giovane non rispose.
«Cornault cominciò a parlare: — Capitano, io solo