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primo cantare 15

41.
Ovvia, diss’ella, tira innanzi il cocchio,
E se costoro a guerreggiar son atti,
Tienteli pure, e non mi stare a crocchio;
Mentr’egli è tempo qui di far di fatti.
Va’ dunque, o forte e invitto bercilocchio,
Chè i nemici da te saran disfatti;
Perchè in veder la tua bella figura,
Cascan morti, senz’altro, di paura.
42.
Ne segue intanto Romolo Carmari,
Cavalier di valore e di gran fama;
Ma sfortunato, perchè co’ danari,
Giocando, egli ha perduto anco la dama.
Colle pillole, date a’ suoi erari1,
L’affetto evacuò l’Arpia ch’egli ama;
Talchè, senz’un quattrino, ammartellato2
Alla guerra ne va per disperato.
43.
Dopo un’insegna nera, che v’è drento
Cupido morto con i suoi piagnoni,
Marciar si vede un grosso reggimento
Ch’egli ha d’innumerabili Tritoni3:
Al cui arrivo ognun per lo spavento
Si rincantuccia ed empiesi i calzoni4:
E da lontano infin dugento leghe
S’addoppiano i serrami alle botteghe.

  1. St. 42. Con le pillole ecc. Questa arpia d’amante, che avea posto tutto il suo amore negli erari del suo Romolo, col purgar questi di danaro, purgò sè della bile amorosa. (Nota transclusa da pagina 84)
  2. Ammartellato dall’amore e dalla gelosia. (Nota transclusa da pagina 84)
  3. St. 42. Tritoni. Uomini vili e mal vestiti, quasi uomini triti. (Nota transclusa da pagina 84)
  4. Empiesi i calzoni perchè dalla paura gli si muove il corpo. (Nota transclusa da pagina 84)