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10 malmantile racquistato

26.
Poichè pedoni egli ebbe e gente in sella
Tanta, che al fin si chiama soddisfatto;
Render volendo il regno alla sorella,
E farle far bandiera di ricatto1,
Destinò muover guerra a Bertinella,
Che a lei già dato avea lo scacco matto:
Così con quell’armata e quei disegni,
In Arno messe i sopraddetti legni.
27.
Ov’anco in breve Celidora arriva
Con armi indosso, ed altre da far fette;
Perchè una volta al fin fattasi viva,
Ha risoluto far le sue vendette;
Chè l’usbergo incantato della diva
L’ha fatta diventar l’ammazzasette2:
Ed alle risse incitala talmente,
Ch’ella pizzica poi dell’insolente.
28.
Non così tosto al campo si conduce,
Come la suora vuol del dio soldato,
La Marfisa di nuovo posta in luce3,
Ch’ell’esce affatto fuor del seminato4:
E col brando, che taglia, com’ei cuce5,
Da far proprio morire un disperato6,
Vuol trucidar ognun, ognun vuol morto:
E guai a quello che la guarda torto.

  1. St. 26. Far bandiera di ricatto. Ricattarsi, vendicarsi. (Nota transclusa da pagina 79)
  2. St. 22. Ammazzasette. Contano le donne una novella per trattenimento de’ fanciulli: e, per accomodarsi alla lor capacità. dicono: Fu una volta un bel giovanetto in Garfagnana, detto Nanni, il quale per la sua mendicità dormiva in una capanna da fieno. Quivi essendo egli un giorno per riposarsi, e ripararsi dal caldo, si messe a pigliar le mosche: e ne aveva ammazzato sette; quando comparve quivi una bella Fata, e gli disse, che, se le donava quelle sette mosche, per cibare una sua passera, l’avrebbe fatto ricco. Gliele concedette egli più che volentierí; onde ella, innamorata di questa sua cortese prontezza, lo prese per la mano, e lo condusse alla sua caverna: dove rivestitolo, e datogli danari ed armi, gli pose in testa un elmo, o berretta, in cui era scritto a lettere d’oro: Ammazzasette: e lo mandò al Campo de’ Pisani, i quali in quel tempo coll’aiuto de’ Franzesi guerreggiavano co’ Fiorentini. Arrivato Nanni a detto campo, chiese soldo a’ Pisani: e domandatogli del nome rispose: Io mi chiamo Nanni, e per avere io solo in un giorno ammazzato sette, ho per soprannome Ammazzasette. Fu per questo, e per esser anche ben formato, con buon soldo, e con non minore stima accettato. Essendo poi fra pochi giorni in una scaramuccia morto il Capo delle truppe Franzesi: e volendone essi fare un altro, erano fra di loro in gran differenza; perchè essendone proposti diversi, coloro a’ quali non piacevano i suggetti proposti, gridavano Nani, Nani; onde i soldati italiani, che credettero che dicessero Nanni, Nanni, e che avessero creato lui, cominciarono a gridar Nanni, Nanni, viva, Nanni: e così a voce di popolo Nanni detto l’Ammazzasette, eletto capo di dette truppe, e divenne ricco, siccome gli aveva promesso la Fata. E di questo intende il Poeta, volendo mostrare, che Celidora era divenuta brava, quanto questo Ammazzasette, il quale non fece maggior bravura, che ammazzar quelle sette mosche: siccome nè anche Celidora non fece maggior bravura, che affettar quei cavoli, che vedremo nella St. 29 e seguente. (Minucci.)(Nota transclusa da pagina 79)
  3. St. 28. La Marfisa di nuovo ecc. Questa novella Marfisa. Vedi l’Ariosto. (Nota transclusa da pagina 81)
  4. Esce affatto fuor del seminato, Perde il senno del tutto. (Nota transclusa da pagina 81)
  5. Taglia com’ei cuce. Tanto è buono a tagliare, quant’e’ sarebbe a cucire. (Nota transclusa da pagina 81)
  6. Morire un disperato. Dicesi delle armi arrugginite, che farebbero morir disperato per lo dolore uno che ne fosse ferito. (Nota transclusa da pagina 81)