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2 malmantile racquistato

2.
O Musa che ti metti al Sol di state
Sopra un palo a cantar con sì gran lena,
Che d’ogn’intorno assordi le brigate,
E finalmente scoppi per la schiena;
Se anch’io, sopr’alle picche dell’armate,
Vòlto a Febo, con te vengo in iscena,
Acciocch’io possa correr questa lancia1,
Dammi la voce, e grattami la pancia2.
3.
Alcun forse dirà ch’io non so cica,
E ch’io farei il meglio a starmi zitto.
Suo danno; innanzi pur; chi vuol dir dica:
Fo io per questo qualche gran delitto?
S’io dirò male, il Ciel la benedica;3
A chi non piace, mi rincari il fitto4.
Non so s’e’ se la sanno questi sciocchi,
Ch’ognun può far della sua pasta gnocchi.
4.
Mi basta sol se Vostra Altezza5 accetta
D’onorarmi d’udir questa mia storia
Scritta così come la penna getta,
Per fuggir l’ozio, e non per cercar gloria:
Se non le gusta, quando l’avrà letta,
Tornerà bene il farne una baldoria6;
Chè le daranno almen qualche diletto
Le monachine quando vanno a letto.

  1. Correr questa lancia. Tirare a fine quest’opera: dai giuochi degli anfiteatri. (Nota transclusa da pagina 75)
  2. Grattami la pancia. Fa’ tu a me, divenuto cicala, ciò che a te si suole, per farti cantare. Grattare il corpo a uno vale, cercare di cavargli di bocca un segreto, o cosa almeno ch’e’ non vuol dire. (Nota transclusa da pagina 75)
  3. Il ciel la benedica. Pazienza, quel che è fatto è fatto. (Nota transclusa da pagina 75)
  4. Mi rincari il fitto, quasi il fisso, il fissato; come dicesse: mi faccio io forse pagare? usa per dire: non temo le male lingue. (Nota transclusa da pagina 75)
  5. Vostra altezza Il cardinale Leopoldo de’ Medici. (Nota transclusa da pagina 75)
  6. Baldoria è fiamma di materie aride, che presto finisce, fatta per lo più per allegria. — Quelle faville che prima di spengersi errano per le ceneri della carta arsa, diconsi dai bambini le monachine che vanno a letto. (Nota transclusa da pagina 75)