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undecimo cantare 395

35.
Era sua camerata un tal Guglielmo
C’ha la labarda1 e i suoi calzoni a strisce;
Un bigonciuolo ha in capo in vece d’elmo,
E tutto il resto armato a stocchefisce2;
Alemanno è costui berneiter scelmo3,
E con quel dir che brava ed atterrisce,
Sbruffi fetenti scaricando e rutti
In un tempo spaventa e ammorba tutti.
36.
Costui, che a quel ghiottone a tutte l’ore
Fu buon compagno a ber la malvagía,
Per non cadere adesso in qualche errore
E fare un torto alla cavalleria4,
Pur anco gli vuol far mentre ch’ei muore,
Con farsi dar due crocchie, compagnia
E non durò molta fatica in questo,
Ch’ei trovò chi spedillo e bene e presto.
37.
Perchè voltando il ferro della cappa5
Verso Alticardo a vendicar l’amico,
Quei gliele6 scansa, e gli entra sotto e ’l chiappa
Colla spada nel mezzo del bellico;
Onde il vin pretto in maggior copia scappa,
Che non mesce in tre dì l’Inferno e il Fico7;
Ma non va mal, perch’ei caduto allotta,
Mentre boccheggia, tutto lo rimbotta.

  1. St. 35. Labarda. Intende il Ferraiuolo o cappa. Vedi c. IX, 48. (Nota transclusa da pagina 449)
  2. St. 35. Stocchefisce. Pesce salato. Vuol dire che costui era . (Nota transclusa da pagina 449)
  3. ingordo e sudicio — Berneiter scelmo. Briccone, scellerato. (Nota transclusa da pagina 450)
  4. St. 36. Cavalleria. Grado di cavaliere. (Nota transclusa da pagina 450)
  5. St. 37. Cappa, qui, per converso, è preso in senso di alabarda. Vedi sopra 35. (Nota transclusa da pagina 450)
  6. Gliele, Come oggi gliene in Firenze, è relativo di nome in qualsiasi genere e numero. (Nota transclusa da pagina 450)
  7. L'inferno ecc.: Nomi di due osterie che furono in Firenze. (Nota transclusa da pagina 450)