11. Perciò fa comandare a’ barbereschi
Che lo menin ’n un campo di gramigna,
Acciocch’ei pasca un poco e si rinfreschi,
Perchè per altro1 il poverin digrigna.
La marca2 ebbe del Regno, e i guidaleschi
Gli hanno rifatta quella di Sardigna:
Maglie e reti3 ha negli occhi, onde per cena
Vanne a pescar nel lago di Bolsena4. 12. Or mentre pasce il misero animale
E ch’e’ si fa la cerca5 della sella,
Giunge un diavol più nero del caviale
Con un martello in mano e una rotella
Ed un liquor bollente in un pitale,
Ed inchinato a lei così favella:
Il re dell’infernal diavolería
Con queste trescherelle6 a te m’invìa. 13. E ti saluta e ti si raccomanda,
E perc’ha inteso che tu fai duello,
Un rotellon di sughero ti manda;
Spada non già, ma ben questo martello,
Con una potentissima bevanda
Ch’io ti presento entr’a quest’alberello
Bell’e calduccia, come la mattina
Allo spedal si dà la medicina.
↑St. 11 Per altro. Con altro pasto che gramigna, la bestia non adoprerebbe mai i denti, e non potrebbe che digrignarli. (Nota transclusa da pagina 421)
↑La marca. ecc. Aveva già una marca sulla pelle che indicava esser quello un cavallo del Regno di Napoli: ma i guidaleschi che ha, indicano che è solamente buono da esser mandato allo scorticatoio. Vedi c. I, 24. (Nota transclusa da pagina 421)
↑Maglie e reti. Malattie che vengono negli occhi ai cavalli. (Nota transclusa da pagina 421)