95. Mettete pur così le mani innanzi,
Rispond’ella, signor, per non cadere;
Mentre temendo ch’io non mi ci stanzi,
Specorate1 sì ben, ch’egli è un piacere:
Ch’io mi vi levi, ditemi, dinanzi,
Chè voi non mi potete più vedere,
Senza darmi la burla, ch’io m’acquieto,
E senza replicar do volta a dreto. 96. Nè sossopra la man2 non volterei,
Chè l’andare e lo star, mi son tutt’una;
E bench’al mondo io sia come gli Ebrei
Che non han terra ferma o patria alcuna,
Andrò pensando intanto a’ fatti miei,
Per veder di trovar miglior fortuna;
Perchè, come dìceva Mona Berta,
Chi non mi vuol, segn’è che non mi merta. 97. Ed ei risponde: oimè! Signora mia!
Non vi levate in barca così presto;
S’io non v’ho detto o fatto villanía,
Perchè venite voi a dirmi questo?
Abbiate un po’ più flemma in cortesia,
Ch’ogni cosa andrà bene in quanto al resto;
Voi siete bella ed anco di più sposa,
Però non vogliat’esser dispettosa.
↑St. 95. Specorate. Belate, piangete (Nota transclusa da pagina 329)
↑St. 96. Sossopra la manecc. Mi è tanto indifferente l’una o l’altra cosa, che non mi prenderei la pena di voltare una mano perchè segua più presto l’uno che l’altro effetto. (Nota transclusa da pagina 329)