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268 malmantile racquistato

77.
Così scherzando, com’io dico, in briglia1
Ne vanno senza mai sentirsi stanchi;
E sempre ognun più calda se la piglia,
Perchè il timor gli spinge e sprona i fianchi
Perciò, dopo aver fatte molte miglia,
E che lor parve un tratto d’esser franchi,
Tutti affannati per sì lunga via,
D’accordo si fermaro a un’osteria.
78.
Dove il padron, che intende fare a pasto2,
Trova gran roba per parer garbato;
Ch’ei tien che a far non abbian troppo guasto,
Ma e’ non sa ch’e’ non hanno desinato.
Ben se n’accorge alfin ch’ei v’è rimasto,
Quando in sul desco poi non restò fiato,
E che quella per lui è una ricetta,
Che il guadagno va dietro3 alla cassetta.
79.
Magorto intanto, finalmente stracco,
Di menar il randello a quel partito,
Sciolto ed aperto avendo omai quel sacco
Per cucinar la carne del romito,
Ed in quel cambio vistovi il suo bracco
Tra cocci e vetri macolo e basito,
Resta maravigliato in una forma,
Ch’ei, non sa s’ei sia desto o s’ei si dorma.

  1. St. 77. Scherzano in briglia i cavalli nell’uscire di scuderia. (Nota transclusa da pagina 328)
  2. St. 77. A pasto. A pagare un tanto per persona, non un tanto per vivanda. (Nota transclusa da pagina 328)
  3. Va dietro e non dentro alla cassa; dunque non v’è guadagno. (Nota transclusa da pagina 328)