71. Bench’ei creda finita aver la festa,
Tira di nuovo e dà vicino al fondo.
Ed il suo cane acchiappa in sulla testa
Che fa urti che van nell’altro mondo;
Ond’egli stupefatto assai ne resta,
Dicendo: qui è quando io mi confondo;
Se tutt’il sangue egli ha di già versato,
Come a gridar può egli aver più fiato? 72. Brunetto in questo mentre col suo fante
Avea di già, scorrendo pel giardino,
Il luogo ritrovato e quelle piante
Ov’è colei che chiede il suo Nardino.
E già l’ha tratta fuor bell’e galante,
Che non si vedde mai il più bel sennino1;
E con un suo bocchin da sciorre aghetti2
Chiede da ber; ma non già se l’aspetti. 73. Perch’ei del certo in quanto a contentarla
Non ci ha nè meno un minimo pensiero;
E però quante volle ella ne parla,
Muta discorso e la riduce al zero;
Ma perch’ella è mozzina3, e colla ciarla
Le monache trarría del monastero,
Vede che s’ella bada troppo a dìre,
Si lascerebbe forse convertire;
↑St. 72. Bel sennino. Bella donna, savia e pulita. (Nota transclusa da pagina 327)
↑Sciorre aghetti. A volere sciogliere co’ denti un nodo in un cordoncino che abbia o no il puntale di metallo si atteggia la bocca in un certo modo, che essa pare molto stretta. (Nota transclusa da pagina 327)
↑St. 73. Mozzina. Astuta. (Nota transclusa da pagina 327)