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264 malmantile racquistato

65.
Ed ei le corde al sacco a un tratto sciolte,
E fatto quel meschino uscirne fuore,
Che lo ringrazia e bacia mille volte
E fa un salto poi per quell’amore,
Vi mette il can che guarda le ricolte,
Dandogli aiuto ed egli e il servitore.
E poi con piatti e più vasi di terra,
Due fiaschi di vin rosso, e lo riserra.
66.
E l’attacca alla fune in quella guisa,
Ch’egli era prima, e poi di quivi sfratta;
E del fatto crepando delle risa,
Di nuovo con quegli altri si rimpiatta;
Quando Magorto, in giù viene a ricisa1
Con una stanga in man cotanto fatta2;
Perchè gli par mill’anni con quel tronco
Di far vedere altrui ch’ei non è monco.
67.
Arriva in casa, e sbracciasi, e si mette,
Serrato l’uscio, con quel suo randello
Sopr’a quel sacco a far le sue vendette,
Suonando, quant’ei può sodo a martello.
Il Romito che stava alle velette,
Perchè l’uscio ha di fuora il chiavistello,
Andò, benchè tremando, e con spavento
Che avea di lui; e ve lo serrò drento.

  1. St. 66. A ricisa. Difilato. (Nota transclusa da pagina 327)
  2. Cotanto fatta. Tanto grossa e lunga. Così diciamo accompagnando il detto col gesto. (Nota transclusa da pagina 327)