50. Brunetto, che teneva il campanello1,
Dice chi sia, e che di casa egli esce
Non per suo conto, ma d’un suo fratello
Del quale infino all’anima gl’incresce,
Perchè gli pare uscito di cervello;
Non si sa s’ei si sia più carne o pesce.
Così piangendo in far di ciò memoria,
Per la minuta contagli la storia. 51. Sta Pigolone attento a collo torto
Ad ascoltarlo, e poich’egli ha finito:
Figliuol, risponde a lui, dátti conforto
E sappi che tu sei nato vestito2;
Chè qui è l’uom salvatico Magorto,
Ch’è un bestione, un diavol travestito;
Che, se tu lo vedessi, uh egli è pur brutto!
Basta, a suo tempo conterotti il tutto. 52. Egli ha un giardino posto in un bel piano,
Ch’è ognor fiorito e verde tutto quanto;
Giardiniero non v’è nè ortolano,
Chè d’entrarvi nessun può darsi vanto.
Da per sè lo lavora di sua mano
E da sè lo fondò per via d’incanto,
Con una casa bella di stupore,
Che vi potrebbe star l’Imperadore.
↑St. 50. Teneva il campanello. Parlava sempre lui. (Nota transclusa da pagina 325)
↑St. 51. Sei nato vestito. Sei fortunato. (Nota transclusa da pagina 326)