29. Cosa che fare in oggi non si suole,
perchè i fratelli s’han piuttosto a noia:
E se lor han due cenci o terre al sole,
All’un mill’anni par che l’altro muoia.
E questo è il ben ch’a' prossimi si vuole!
E siam di così perfida cottoia,
Che sebben fosser anche al lumicino,
E’ non si sovverrebbon d’un lupino. 30. Perch’e’ sono una man di mozzorecchi;
Al contrario costor, di chi io favello,
I quai di cortesia furon due specchi
E trattavan ciascun da buon fratello,
S’avrebbon portat’acqua per gli orecchi.
E si servian di coppa1 e di coltello:
E per cercar dell’uno il bene stare,
L’altro voluto avrebbe indovinare. 31. Essendo un giorno insieme ad un convito.
Quand’appunto aguzzato hanno il mulino2
E mangian con bonissimo appetito,
Non so come, il maggior detto Nardino.
Nell’affettar il pan tagliossi un dito,
Sicch’egli insanguinò il tovagliuolino;
E parvegli sì bello a quel mo intriso,
Ch’ei si pose a guardarlo fiso fiso.
↑St. 30. Servir di coppaecc. Far da coppiere e da scalco; farsi scambievolmente ogni maggior servizio. (Nota transclusa da pagina 324)
↑St. 31. Aguzzato il mulino. Vedi c. IV, 58. (Nota transclusa da pagina 324)