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248 malmantile racquistato

17.
Poichè dal cibo e da quel vin che smaglia
Si sente tutto quanto ingazzullito,
Risolve ritornare alla battaglia,
Donde innocentemente s’è partito
Chè scusa non gli pare aver che vaglia
Che non gli sia a viltade attribuito.
Così ribeve un colpettino, e incambio
D’andare a letto, s’arma e piglia l’ambio.
18.
Senza lume nè luce via spulezza1,
E corre al buio, che nè anche il vento:
Non ha paura mica della brezza,
Perch’egli ha in corpo chi lavora drento;
Per la mota sibben si scandolezza,
Chè, dando il cul in terra ogni momento,
Quanto più casca e nella memma pesca,
Tanto più sente ch’ell’è molle e fresca.
19.
Dopoch’ei fu cascato e ricascato,
Per non sentir quel molle e fresco ancora,
Chè ’l vino, e quanto dianzi avea ingubbiato,
Opra di dentro sì ma non di fuora,
Giunto al mulin, dal mezz’in giù sbracciato
Si sciaguatta2 i calzoni in quella gora,
Per dopo nella casa di quel loco
Farsegli tutti rasciugare al foco.

  1. St. 18. Spulezza. Va via in furia. (Nota transclusa da pagina 323)
  2. St. 19. Sciaguattare. Frequentat. di sciacquare. (Nota transclusa da pagina 323)