32. Ma piacciati, soggiunse, ch’io ti preghi
Per questa donna rimaner servito1,
Che questo ferro pria per lei s’impieghi,
Per conto qua d’un certo suo marito.
A tanto cavalier nulla si nieghi,
Risponde a ciò Baldon tutto compìto.
Tu se’ padrone, fa’ ciò che tu vuoi,
Non ci van cirimonie fra di noi. 33. Ti servirò di scriverti2 alla banca;
E in tanto per adesso ti consegno
Il gonfalon di questa ciarpa bianca,
Chè tra le schiere è il nostro contrassegno;
Talchè libero il passo e scala franca3
Avrai, per dar effetto al tuo disegno,
Che non so qual si sia nè lo domando;
Però va’ pur, ch’io resto al tuo comando. 34. Ei lo ringrazia; e gito più da presso,
Ove sta chiuso di Psiche il bel Sole4,
Ad essa dice: in quanto al tuo interesso,
Fin qui non ti ho servito, e me ne duole;
Chè tu non pensi, avendoti promesso,
Ch’io faccia fango5 delle mie parole;
E che il mio indugio e il non risolver nulla
Sia stato un voler darti erba trastulla.
↑St. 32. Rimaner servito. ecc. Ti preghi che di buon grado io compia un’impresa per questa dama. (Nota transclusa da pagina 232)
↑St. 33. Scriverti. ecc. Arrolarti. (Nota transclusa da pagina 232)
↑Scala franca. Passo libero. (Nota transclusa da pagina 232)
↑St. 34. Il suo bel sole. L’amato Cupido. (Nota transclusa da pagina 232)
↑Faccia fangoecc. Disprezzi e non mantenga le mie promesse. (Nota transclusa da pagina 232)