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quinto cantare 173

32.
Ma piacciati, soggiunse, ch’io ti preghi
Per questa donna rimaner servito1,
Che questo ferro pria per lei s’impieghi,
Per conto qua d’un certo suo marito.
A tanto cavalier nulla si nieghi,
Risponde a ciò Baldon tutto compìto.
Tu se’ padrone, fa’ ciò che tu vuoi,
Non ci van cirimonie fra di noi.
33.
Ti servirò di scriverti2 alla banca;
E in tanto per adesso ti consegno
Il gonfalon di questa ciarpa bianca,
Chè tra le schiere è il nostro contrassegno;
Talchè libero il passo e scala franca3
Avrai, per dar effetto al tuo disegno,
Che non so qual si sia nè lo domando;
Però va’ pur, ch’io resto al tuo comando.
34.
Ei lo ringrazia; e gito più da presso,
Ove sta chiuso di Psiche il bel Sole4,
Ad essa dice: in quanto al tuo interesso,
Fin qui non ti ho servito, e me ne duole;
Chè tu non pensi, avendoti promesso,
Ch’io faccia fango5 delle mie parole;
E che il mio indugio e il non risolver nulla
Sia stato un voler darti erba trastulla.

  1. St. 32. Rimaner servito. ecc. Ti preghi che di buon grado io compia un’impresa per questa dama. (Nota transclusa da pagina 232)
  2. St. 33. Scriverti. ecc. Arrolarti. (Nota transclusa da pagina 232)
  3. Scala franca. Passo libero. (Nota transclusa da pagina 232)
  4. St. 34. Il suo bel sole. L’amato Cupido. (Nota transclusa da pagina 232)
  5. Faccia fango ecc. Disprezzi e non mantenga le mie promesse. (Nota transclusa da pagina 232)