23. Questi animali essendo per natura
Nimici come i ladri del bargello,
Ritrovandosi quivi per ventura,
Il lupo correrà dietro all’agnello;
L’agnello, che del lupo avrà paura,
Ritirando s’andrà su pel budello:
Così va in su la roba e si rassoda,
E i due contrari fan che ’l terzo goda.1 24. Ciò detto, rivoltossi al mormorío
Di quelle ambrette, ove a mestar si pose;
E, perch’elle sapean di stantío,
Teneva al naso un mazzolin di rose.
Soggiunse poi: costui vuol dirci addio;
Chè queste flemme putride e viscose
Mostran, che benaffetto agli ortolani
Ei vuol ire a ’ngrassare i petronciani2. 25. In quel che questo capo d’assiuolo
Ne dice ognor dell’altra una più bella,
Tosello Gianni, il quale è un buon figliuolo,
Mosso a pietà, con una sua coltella
Tagliate avea le rame d’un querciuolo;
Sopr’alle quali a foggia di barella
Fu Paride da certi contadini
Portato a’ suoi poder quivi vicini.
↑St. 23. Questa stanza, per esser delle più belle nel suo genere, è divenuta popolarissima. (Nota transclusa da pagina 162)
↑St. 24. Ingrassareecc. Vuol morire. Nomina i petronciani per qualsiasi altra pianta. Vedi st. 6. (Nota transclusa da pagina 162)