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Il celebre Canonico Mazzocchi, chiamato dall'Accademia di Parigi miracolo di tutta l'Europa letteraria, esprime la sua opinione intorno alla distruzione d'Ercolano, originata dal Vesuvio, nella seguente iscrizione, da lui fatta ad uno dei belli cavalli della quadriga, dispersa tra le ruine del teatro. Questo cavallo è ora nel Palazzo Regio degli studj di Napoli, dove ho copiato l'iscrizione qui appresso, che si legge nel piedestallo, sul quale il cavallo è messo. Or il Mazzocchi non avrebbe cosi scritto, se non fosse stato intimamente persuaso del fatto, giusta il sentimento di tutti gli altri autori.

«Ecco che per cura Regia, e maestrevolmente connessi insieme i molti membri, ne' quali a guisa di Assirto, il Vesuvio mi ruppe, son io soltanto l'avanzo della splendidissima quadriga di bronzo, infranta e sparpagliata con i suoi cavalli che vi erano una volta legati»1.

Il P. della Torre (Storia e fenomeni del Vesuvio pag, 29) parla così: «Restò questa città infelice d'Ercolano sepolta sotto l'arena, cenere, e pietre gittate dal Vesuvio nel primo incendio

  1. ex quadriga aenea splendidissima
    cum suis jugalibus
    comminuta ac dissipata
    superstes ecce ego unus resto
    nonnisi regia cura
    repositis apte sexcentis
    in quae vesuvius me absyrti instar
    discerpserat membris