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Pompei, un certo spazio di terreno, ciò che dopo il rappigliamento delle lave, già seguito sopra d'un suolo, le sole acque poteano effettuare. Ma, mi direte, tanto i ciottoli di pomice, quanto quelli di lava non potrebbero essere stati lanciati per aria dal Vesuvio, e caduti sopra Pompei? No signore, rispondo, perché i primi essendo più leggieri dell'acqua, ed i secondi quasi tre volte tanto pesanti, quanto questo fluido (giacché la gravità specifica de' primi sta a quella de' secondi, come 0,914, Born, a 2,88, Kirwan), le dette due specie de' ciottoli non si dovrebbero ritrovare in conto alcuno adesso mischiate alla rinfusa nell'istesso luogo tra loro; vale a dire che nella supposizione di essere stati questi due diversi generi di ciottoli lanciati dal Vesuvio nell'istesso tempo e con ugual forza di esplosione, avrebbero dovuto, nell'uscire dalla bocca del volcano, separarsi gli uni dagli altri, con che avrebbero dovuto formare necessariamente due strati diversi, uno, cioè, di pomice e l'altro di lava in due luoghi distinti, de' quali la distanza avrebbe seguito la differenza della gravità specifica de' due generi indicati. Un'alluvione, quindi, può soltanto spiegare la riunione delle due divisate specie di ciottoli, tanto diverse tra loro nello strato di lapillo, che cuopre Pompei, come altresì in tutti gli altri strati di questo genere, ne' quali queste due materie eterogenee vanno quasi sempre insieme. Questa riunione, in somma, è il prodotto d’una causa costante, che agisce sempre nella stessa guisa, cioè allagando un circondano, spazzando via le materie che incontra, e depositandole, infine, in un luogo