Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/16

pel materiale, e nettuniani per genesi. Se dunque uno strato di lapillo cuopre Pompei; se questo strato è fatto da pezzetti di pomice e di lava, come tutti gli altri strati di Capodimonte, di Posilipo, di Capodichino, dell'Infrascata, e de' contorni di Napoli; e se finalmente tutti questi strati sono dovuti alle alluvioni, e non già a piogge volcaniche, lanciate per aria dal Vesuvio, uopo è dire, che anche quello, che cuopre Pompei deve essere il prodotto della stessa cagione. Mi resta conseguentemente a provare, che gli strati di lapillo siano stati formati per via umida, ossia dalle acque.

Gli argomenti sono i seguenti.

Il volume e la figura de’ lapilli, ossia di questi piccioli ciottoli di pomice e di lava, indicano aver essi sofferto la forza dell’acqua, e lo strascino da un luogo in un altro più basso. Per conto dello strato di lapillo, che cuopre Pompei, devo osservare, che oltre ai ciottoli di pomice e di lava, affatto simili a quelli degli altri strati de’ contorni di Napoli, vi ho ritrovato anche de’ ciottoli di pietra calcare bianca e griggia, de’ pezzi di mattoni, e di altre terre cotte, i quali non furono sicuramente lanciati per aria dal Vesuvio colle materie indicate, ma furono bensì con queste trasportati sopra Pompei dalle acque. Di fatti se i ciottoli calcari fossero usciti dal Vesuvio con la pomice e colla lava, sarebbero stati essi calcinati, e non si ritroverebbero ora intatti non alterati da quel fuoco, che pose in fusione la lava. Altronde questi stessi ciottoli di lava indicano di essere stati una volta nello stato di fusione, e di aver percorso, prima che fossero pervenuti sopra