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dal collo come da un manico. Il suo colore, che in gran parte consegue dall’alterazione della roccia, è bruno traente più o meno al verdastro; la sua struttura originaria finamente granulosa, con tracce oscure di scistosità, non si manifesta che in qualche punto. Raccolto anni sono da D. Ferrando nei dintorni di Sassello, si conserva ora nel Museo geologico di Genova, sotto la rubrica di peso arcaico. Questo riferimento è fondato sopra un giudizio del Prof. Lindemann di Monaco, di cui è nota la competenza nella metrologia antica.
Oggetti diversi con scarse tracce di lavorazione. — Questi, già elaborati dagli agenti naturali, furono modificati assai lievemente, sia, nella forma sia nella condizione della superficie, per mano dell’uomo. Alludo ai così detti percuotitoi, ciottoli pesanti e tenaci di forma più o meno allungata, che si adoperavano ad infrangere le ossa lunghe dei mammiferi affine di estrarne il midollo; alludo ai martelli a mano, destinati alla lavorazione di altre pietre per mezzo della percussione, ai pestelli, macinelli e porfirizzatori, che servivano a contundere e schiacciare radici eduli, fibre tessili, cereali, o a ridurre in polvere ocre da tingere. Alludo alle pietre da macina tanto comuni nelle caverne ossifere neolitiche, alle pietre da affilare e da appuntare, colle quali si impartiva o si rinfrescava il filo agli stromenti da taglio o si aguzzavano pugnali, giavellotti, lancie, dardi, raffii, lesine, aghi d’osso o di corno; e finalmente alle pietre da fionda, scelte fra ciottoletti di peso appropriato e di forma più regolare traente alla sferica. Più innanzi, trattando delle singole stazioni, mi farò a descrivere alcuni degli esemplari più notevoli.