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d’ogni età e d’ogni paese, crede con buon fondamento che bene spesso gli abitanti delle stazioni paleolitiche meno antiche ricercassero le selci già adoperate dai lóro predecessori, per adattarle al proprio uso, dopo averle opportunamente ritoccate o rinfrescate con ulteriore scheggiatura. Siffatta particolarità emerge dall’esame della patina di età più o meno remota di cui le superficie scheggiate sono coperte.

Peso arcaico. — Inscrivo sotto questo nome, tra i manufatti dell’Appennino Ligure, un oggetto grossolanamente elaborato, che sembra destinato a rappresentare un uccello dalla testa grossa, dal capo eretto e un po’ piegato verso il lato destro, dal corpo depresso, pianeggiante alla parte inferiore, dalla coda breve, e ricorda lontanamente l’aspetto di un’anatra o d’altro palmipede, mentre riposa colle zampe piegate e nascoste sotto il ventre. La figura è ricavata da un frammento di cloritescisto logorato dagli agenti esterni, che fu opportunamente assottigliato, mediante un utensile tagliente, per rendere il collo ben distinto dal capo e dal corpo e per diminuire in questo la naturale Fig. 15.
Peso arcaico di Sassello (Coll. Ferrando); dimensioni assai ridotte.
asimmetria della pietra. Il manufatto misura 13.5 cm. di lunghezza, 8.2 di larghezza massima, circa 15.5 d’altezza, e pesa kg. 2 e 190 gr. Esso può essere facilmente preso