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La figura 3ª della tavola I rappresenta una punta di piromaca bruna, assai rozza e irregolare, ma tuttavia ritoccata sui margini, la quale era destinata ad essere assicurata ad una asticina, come dimostrano le due intaccature di cui è fornita alla base. Questa punta fu raccolta ai confini del comune di Ponzone. La piccola cuspide di diaspro bianco, figurata al n.° 11 della stessa tavola e proveniente da Santa Giustina, era lavorata con maggior cura per servire allo stesso uso; sono notevoli in essa l’acutezza della punta, la dentellatura dei margini e le due intaccature della base. I due manufatti erano forse coltellini, ridotti posteriormente a punte di freccia.

Tipo raro e bizzarro è quello di una piccola cuspide di piromaca biancastra ed opaca, in forma di lamella quadrilatera irregolare, permodochè alla punta corrisponde un angolo acuto e alla base un angolo ottuso (tav. I, fig. 6). Rispetto alle altre punte, essa apparisce larga e corta, e dalla sua scheggiatura, quantunque poco uniforme, conseguono due margini taglienti e tre punte aguzze. Questa arme, che è distinta col n.° 586, fu raccolta ai Viazzi presso Sassello. La fig. 1 della tav. I, rappresenta una cuspide peduncolata ad alette poco pronunziate, e proviene da una stazione neolitica all’aperto dei pressi di Sassello.

Esempio tipico di punta di freccia silicea, a peduncolo sottile e ad alette assai distinte, che potrebbero dirsi uncinate, vien dato dall’esemplare di Santa Giustina, che porta il n.° 573 nella collezione del Museo di Genova (tav. I, fig. 4). Un secondo, poco diverso e proveniente da Sassello, ha il peduncolo rotto e le alette un po’ più divergenti (tav. I, fig. 13). Il numero 568 offre, con maggiori dimensioni (58 mm. di lunghezza e 24 di larghezza massima), un tipo in cui le alette sono brevi e mediocremente acute e il peduncolo, largo alla radice e terminato in punta ottusa, misura un po’ meno del terzo della lun-