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di foglia d’alloro, sprovvista di picciolo. La sua base è smussata, quasi tronca (non però spezzata); la punta, che doveva essere acutissima, si trova un po’ smussata dall’uso; i due margini, regolarmente arcuati, sono ritoccati in guisa da risultare taglienti; sulle due superficie si vedono ancora i residui di una antica patina. Le dimensioni della cuspide sono: lunghezza mm. 120; larghezza massima 37; spessezza massima 8 (tav. I, fig. 9). Tanto per la forma quanto per le dimensioni, non è da escludersi il dubbio che questo oggetto fosse destinato invece ad uso di pugnaletto.

Il secondo esemplare di Bobbio è una cuspide ad alette, più grossolana ed un po’ sbocconcellata sui margini, fatta d'una selce di color bruno chiarissimo, a macchiette biancastre. La lamina ha forma di triangolo isoscele, assai allungato, le alette, poco sporgenti, sono appena incavate alla base, il peduncolo è breve e ristretto all’estremità; la lunghezza totale dell'arma non passa gli 11 centimetri (tav. I, fig. 8).

I due manufatti recano esempio della facies remedelliana, che si manifestò nell'alta Italia tra la fase della pietra levigata e quella del bronzo (età eneolitica di alcuni paletnologi).

Le punte di freccia litiche sono quali peduncolate, quali senza peduncolo, le une provviste, le altre prive di alette. Le peduncolate sono ad alette più o meno lunghe ed acute, e di forma triangolare, a lati rettilinei o curvilinei. Quelle non peduncolate possono essere ad alette più o meno acute, in forma di mandorla, di foglia di salice, di foglia di sambuco, di prisma triangolare, di losanga ecc.

Le forme non peduncolate, a foglia e a mandorla, lavorate più o meno grossolanamente, talvolta con una faccia piana e l’altra convessa, talvolta, invece, colle due facce egualmente convesse, sono comuni nelle grotte dei Balzi