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grotte dei Balzi Rossi se ne trassero di grandissime, alcune delle quali erano collocate in prossimità od anche in contatto di scheletri umani.
Reco ad esempio di pugnale l’arme paleolitica di Stella S. Martino rappresentata nella fig. 7, arme di 138 mm, di lunghezza, piana sopra una faccia, scheggiata longitudinalmente a larghe falde sull’altra, e ritoccata lungo parte dei margini, massime verso la punta e alla base.
Tale è parimente una lunga lama di selce bruna, in forma di foglia di salice, lama pianeggiante sopra una faccia, convessa, minutamente scheggiata sull’altra, che misura 137 mm. di lunghezza. Essa mi sembra di epoca recente e proviene da Palo (fig. 8).
Seghe. — Le seghe di pietra degli archeologi altro non sono che coltelli a taglienti più o meno sbocconcellati o dentellati, con una certa intenzione di regolarità. A. de Mortillet crede che servissero ad assottigliare od aguzzare punteruoli od altre punte d’osso, e non propriamente a segare; ma a siffatta opinione si può opporre il riflesso che si danno nelle caverne ossifere e in altri giacimenti preistorici ossa e corna propriamente segate. Tali utensili, non mai in gran numero, si trovano in parecchie delle nostre stazioni. È spesso difficile di distinguere i coltelli dalle seghe e questi dai raschiatoi, perchè probabilmente, nei primi tempi dell'età litica, gli stessi artefici non erano sempre guidati da un deliberato proposito nel fabbricare l'una o l’altra delle foggie, che ora noi designiamo con peculiari denominazioni.
Certi arnesi a margine concavo dentellato, che da taluni si suppongono seghe, sono piuttosto da considerarsi
come falcetti 1.
- ↑ Si vedano in proposito le osservazioni del D.r Alien Sturge, nel suo Catalogue descriptif (Nice, 1906).