Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 42 — |
stromento servì all’uso cui era destinato, porta segni più o meno palesi di logoramento (fig. 3).
Le caverne Barma Grande, del Principe e dei Bambini (Balzi Rossi) ci insegnano che la materia adibita nei tempi più remoti per la fabbricazione dei raschiatoi fu l’arenaria quarzosa a grana minuta.
S’intende di leggeri come dal raschiatoio tipico a lama larga e a tagliente unico trasversale dei primi tempi si possa passare, per transizioni graduate, alle lame strette ed allungate con uno o con due margini longitudinali taglienti, o coltelli primitivi a lame più o meno lunghe ed appuntate, suscettibili di servire, secondo i casi, ad uso di pugnali, di stiletti, di lesine, di perforatori. È presumibile che, a norma dell’abbondanza o della penuria della pietra, subordinatamente alle sue proprietà e alla perizia dell’artefice, si fabbricassero di proposito deliberato, durante la fase soprapaleolitica, stromenti diversi per le varie destinazioni od a queste si adibissero le scheggie e le lame che risultavano dalla spezzatura dei nuclei, scegliendo all’uopo le più appropriate, senza ritocchi o con lievi scheggiature complementari.
Lamelle smarginate. — Meritano particolare attenzione fra le selci dei Balzi Rossi, laminette, o raschiatoi che dir si vogliano, a smarginatura (lames à encoches) che offrono forme irregolari e sono provviste di smarginatura semicircolare più o meno ampia, d’ordinario finamente ritagliata a piccole schegge. Queste servivano indubbiamente ad assottigliare e levigare aste di frecce o di giavellotti, aste formate di ramoscelli di piante arboree o di cannucce. Parecchi esemplari di manufatti compresi nella raccolta Perez, sono forse da inscriversi sotto questa rubrica. Vi si riferisce con certezza un bel diaspro appartenente al Museo di Genova, rinvenuto dal Prof. L. Orsini nella Barma Grande. La sua forma è semielittica e