Pagina:Liguria preistorica.djvu/45


— 39 —


Per la forma e pel modo di scheggiatura, lo stromento è somigliantissimo all’esemplare di Sauvigny-les-Bois (Nièvre) rappresentato alla figura 47 della tavola VIII, nel Musée Préhistorique di G. e A. de Mortillet (Paris, Reinwald, 1881). Il prof. Bellucci diede pur la figura di una selce quasi identica nei suoi Materiali paletnologici dell’Umbria (Perugia, tip. Buoncompagni, 1884), alla tav. I, fig 1. Come si vedrà in seguito, tal foggia di manufatto non si è rinvenuta ancora nelle nostre caverne ossifere paleolitiche, mentre invece vi abbondano altre forme che altrove sembrano appartenere al medesimo periodo archeologico.

È risaputo che le ascie od accette scheggiate paleolitiche sono quasi sempre di silice o di pietre silicee (piromaca, diaspro, quarzite, arenaria quarzosa). Si trovano nella regione ligure, massime nei pressi di Sassello e Ponzone, numerose ascie scheggiate, la materia delle quali è invece pietra verde, come anfibolite, diorite, diabase, eufotide, ofisilice, ecc.; ma, per la loro associazione a manufatti schiettamente neolitici e per la circostanza che alcune di esse presentano un principio di levigatura, mi feci persuaso che sono oggetti abbozzati oppure di rifiuto.

Trincetti. — Merita di essere descritto un altro oggetto rinvenuto all’aria aperta (a Santa Giustina), pur compreso nella collezione Perrando, oggetto che credo proprio ai tempi paleolitici meno remoti. Esso consiste in una lamina di selce bruna, da una parte assottigliata e terminata in punta ottusa, dall’altra, foggiata a tagliente. Una delle sue facce è appena un po’ concava e non offre scheggiature o ritocchi; l’altra, che è convessa, presenta quattro superficie di scheggiatura che si riducono a tre verso la punta, ed è tutta ritoccata lungo i margini. L’estremità più larga ha il margine scheggiato più finamente