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e sembrano avere subito in qualche punto l'azione del fuoco. Così dalla dimensione delle ossa, come dal numero e dalla disposizione dei denti, si può argomentare che appartenessero ad un bambino di 4 a 5 anni; infatti, dal mascellare inferiore non sporge ancora fuori il primo molare permanente, il quale già sussiste però entro l’alveolo.
Lo scheletro della tomba N.° 7, comprende la massima parte del cranio, in frammenti assai alterati, le due mandibole, quasi tutte le ossa delle estremità ed alcuni pezzi della colonna vertebrale, della cassa toracica e del bacino. Questi avanzi sono ridotti a tal condizione che mal si prestano a qualsiasi misura o confronto. Rispetto all’età dell'individuo, credo poterla comprendere fra cinque e sei anni, perchè già si osservano nel mascellare inferiore il primo molare permanente, ben formato nel suo alveolo, mentre gli incisivi decidui non sono ancora surrogati.
Intorno ai due scheletri abbondavano ossa di mammiferi e conchiglie; fra queste si raccolsero alcune Columbella rustica (specie il cui mollusco non è mangereccio). In fatto di utensili, non si trassero dalle due tombe che un coltellino di piromaca, rotto, ed una scheggia di pietra verde.
Il D.’ A. Incoronato, il quale ebbe a studiare i sette scheletri umani testè enumerati diede una tabella di misure (da me recata in appendice) ottenute sui quattro che sono in migliore stato di conservazione. Egli osserva che i loro caratteri anatomici non trovano riscontro in alcuno dei popoli ora viventi in Italia. La statura loro non vantaggiosa, la sproporzione degli arti, specialmente nei rapporti fra il braccio e l'avambraccio, richiamano alla mente, secondo questo autore, il tipo negroide (i). (i) Incoronato A., Scheletri umani della caverna delle Arene Candide presso Finalmarina. Mem. della R. Accad. dei Lincei, serie 3.a, vol. II. Roma, 1878.