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Del capo rimangono l'occipitale, i due parietali, i temporali, qualche pezzo di frontale, il mascellare superiore; ma queste ossa sono quasi tutte rotte e scomposte. La colonna vertebrale, il torace e il bacino sono quasi completi. Delle ossa degli arti mancano pezzi dei cubiti e dei radi ed alcune parti delle mani e dei piedi. Da quanto si conserva del cranio, sembra che differisse dagli altri summentovati per essere meno sviluppato posteriormente e per avere l’occipite meno turgido. I denti della mandibola superstite sono sani e bianchi, e dall’esame di questi apparisce che l’individuo aveva 12 o 14 anni appena, poichè provvisto di dentizione permanente e i suoi secondi molari, già formati nei rispettivi alveoli, non erano ancora venuti alla luce.

La posizione originaria del morto non si potè determinare, essendo le ossa, almeno in gran parte, spostate dai movimenti del suolo e sconvolte da uno scavo anteriore.

Molte conchiglie ed un raschietto di silice accompagnavano questo scheletro. Le sue ossa lunghe sono sottili, minute, liscie; e da tali caratteri, come pure dalla forma del foro occipitale e dall’ampiezza della pelvi, si può argomentare che appartenesse ad una femmina. Il loro colore uniformemente rossastro potrebbe dipendere da ocra in polvere sparsa nella fossa.

N.i 6 e 7. Queste tombe si rinvennero a 30 centimetri di profondità a fianco Tuna dell’altra, a levante del N.° 5, un po’ più internamente nella spelonca. Esse non erano difese da lapidi e contenevano le reliquie di due bambini, già assai alterate dal contatto del terriccio umido. Nello scheletro della tomba N.° 6 manca interamente la cassa craniense e si conservano i mascellari superiori, la mandibola inferiore, alcune vertebre, i pezzi principali del bacino e della cassa toracica, nonchè quasi tutte le ossa lunghe. Tali avanzi sono guasti, corrosi, fragilissimi