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terra bianca una polvere carboniosa, che mi sembrò il residuo di un’abbondante capigliatura. Accanto al cranio, v’era un corno di giovane cervo, in cui non si vede traccia di lavorazione; a lato dello stesso cranio, si raccolsero vari pezzi d'ocra rossa, originariamente contenuti in un vaso, ed una piccola accetta di giadaite, e sul torace, una grossa zanna di cinghiale, alla cui estremità radicale sono praticati due fori (fig. 96).
Lo scheletro appartiene ad un individuo adulto, di sesso mascolino, la cui statura è un po’ inferiore alla media. Il cranio è piccolo, dolicocefalo, schiacciato lateralmente, allargato nella regione posteriore, basso ed angusto nella frontale; la sua circonferenza massima è di millimetri 510, il diametro longitudinale, fra la sommità della sutura nasale e la protuberanza occipitale, è di mm. 172, il diametro bitemporale raggiunge appena i 118 mm. L’indice cefalico è perciò 62,79 e attesta spiccatissima dolicocefalia. Le mascelle mancano, in parte, dei loro denti, ed alcuni dei superstiti sono cariati. La mandibola inferiore ha la porzione ascendente collocata in posizione assai obliqua, e la prominenza del mento ben spiccata.
Il detto scheletro, esumato nei primi scavi ed ora conservato nella raccolta del Museo civico di Genova, presenta un sacro con 5 false vertebre invece di 4, saldate insieme e con 5 fori invece dei 4 che vi si si trovano normalmente. Secondo le osservazioni del Prof. Raimondi, la falsa vertebra sopranumeraria si aggiunse in basso « per assimilazione della prima vertebra cocclgea »; e tale unione avvenne «non solo pel corpo, ma anche bilateralmente per anomalo sviluppo dei processi trasversi, saldati ad anello osseo semplice col pezzo ultimo del sacro, sostituendo così un quinto foro alla normale incisura sacrococcigea ».
La tomba aperta dai signori Brown e Brooke, presso la sopradescritta, non ricettava che uno scheletro di pic-