La Caprazoppa, al pari dei monti circonvicini, analogamente costituiti dal punto di vista geologico, si presenta alla sua parte inferiore e media tutta bucherata e fessa da numerose soluzioni di continuità che talvolta raggiungono le proporzioni di vere grotte. Quasi tutte sono parzialmente occupate di materiali detritici o di terra rossa ed hanno le pareti loro inquinate da infiltrazioni ferrugginose.
Chi da Finalmarina seguiva la via provinciale della Riviera, nella direzione di Pietra Ligure e d'Albenga, appena oltrepassata la galleria, per mezzo della quale si attraversa il promontorio della Caprazoppa, vedeva in passato il versante meridionale del medesimo, comunque assai ripido,coperto, per buon tratto della sua altezza, di finissima e bianca sabbia silicea, che dalla vicina spiaggia fu scaraventata sui fianchi del monte per opera dei venti di mezzogiorno, colà gagliardissimi. Questa sabbia, asportata in gran copia a vantaggio di parecchie industrie, è ridotta da qualche anno a scarso residuo.
Ad 89 metri d altezza sul livello del mare, un pò' sopra il limite superiore delle Arene Candide, così si chiama la duna, fra rupi scoscese, sulle quali vegetano grami cespugli spinosi, è scavata nel calcare triassico una profonda grotta che trae il suo nome da quelle arene e mette all’esterno per tre aperture principali, disposte quasi sul medesimo piano orizzontale1. La finestra L (fig. 95) che si apre verso sud-ovest è meno ampia delle altre due e inaccessibile; dalla mediana M, che è larghissima e bassa, si penetra facilmente nella cavità. Questa si presentava, all’epoca della mia prima visita, come una vasta camera di forma irregolare,che misurava 70 metri nella maggior dimensione (senza con-
- ↑ La grotta era altra volta conosciuta nel paese sotto il nome di Armassa di poi, verso il 1862, due frati domenicani essendosi smarriti nel laberinto (d’onde furono tratti, dopo parecchie ore d’angustie, per opera di persone accorse a rintracciarli), fu detta anche Grotta dei Frati.