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in certe necropoli, per esempio in quella di Remedello nel Bresciano. È da lamentarsi che siffatto vocabolo, potendosi facilmente scambiare con neolitico preceduto dalla congiunzione e, si presti ad ambiguità e confusioni.
L’età della pietra si volle distinta, come è noto, in paleolitica (od archeolitica) o della pietra scheggiata e neolitica o della pietra levigata, intendendosi con ciò che da principio la materia prima che s’offriva all’uomo in maggior copia era da lui foggiata esclusivamente per mezzo della percussione e quindi della scheggiatura, e più tardi non solo con questo artifizio, ma eziandio collo stropicciamento sopra altra pietra.
Si comprende di leggeri come certe specie di rocce si prestino ad essere lavorate in un modo piuttosto che nell’altro, come in alcuni paesi debbano perciò abbondare, indipendentemente dalle ragioni d’ordine paletnologico, manufatti scheggiati o pure levigati, e come nei casi più frequenti la scheggiatura abbia avuto solo per oggetto di predisporre l’arme o l’utensile ad ulteriore lavorazione, mercè la quale era condotto a compimento colla levigatura. Ciò spiega perchè nel territorio di Sassello, anche ove mancano tracce sicure di stazioni paleolitiche, sono piuttosto comuni ascie di pietra verde grossolanamente scheggiate, alcune con segni di levigatura appena iniziata, ascie indubbiamente neolitiche, le quali, tanto per la foggia quanto per la materia, son da porsi nel novero dei manufatti abbozzati che rimasero incompiuti a causa di qualche difetto riscontrato dall’artefice nella pietra o per altra circostanza accidentale.
Un tentativo di suddivisione della prima età della pietra si deve a G. de Mortillet, il quale, rispettando la separazione già introdotta nella scienza da Lubbock tra il periodo neolitico e il paleolitico od archeolitico, cangia il nome del primo in robenhausien (dalla località di Robenhausen) e