Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 19 — |
terra thunderbots, in Danimarca tonderkiler, in Germania Donnerkeile o Thorskeile in Olanda donderbeiteh, in Portogallo corrisco. Sono conosciute sotto nomi che alludono ad analogo significato nell’Affrica settentrionale e media, nella Cina, nel Giappone, nell’alta Birmania e in altre regioni asiatiche.
I nostri terrazzani, in ispecie i montanari, sono persuasi altresì, che le azze litiche abbiano il potere di allontanare il fulmine, per la qual cosa le conservano preziosamente nelle loro case1. In Liguria e in Piemonte pretendono, inoltre, di sperimentare la virtù di queste pietre, avvolgendo intorno ad esse alquanto filo e ponendole sulla brace, che le vere pietre del fulmine (prie du trun le dicono nel Genovesato) non consentono la combustione del filo.
Le punte di freccia e le accette litiche si conservano ancora preziosamente in molte parti d’Italia, specialmente nel mezzogiorno (nelle provincie d’Aquila e di Chieti) come talismani; alcune di esse, montate in argento e munite di un anellino, o semplicemente forate, si tengono appese al collo. Molti di questi oggetti, riferisce Bellucci, furono cosparsi d’olio allo scopo di esaltare la virtù protettrice attribuita all’amuleto, assai diversa secondo i luoghi. La pratica di tali unzioni, alla quale allude Teofrasto, è antichissima; tuttavolta persisteva ancora in Norvegia alla fine del XVII secolo e vive oggi stesso presso le Isole della Società2.
Colini cita il fatto di una accetta di pietra verde rinvenuta sul petto di una donna sepolta nella chiesa di Santa Lucia a Siracusa3.
D’altronde l’uso di utensili litici limitato ad alcuni casi speciali vige ancora in paesi semibarbari od anche civili.
- ↑ De Rossi M. S., Op. cit.
- ↑ Bellucci G., Il feticismo primitivo in Italia, Perugia, 1907.
- ↑ Tombe eneolitiche del Viterbese, Bull. di Paletn. ital., 1903.