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Tolgo a prestito dal maggiore Angelucci una citazione del Moscardo1» nella quale si legge, a proposito dell’ossidiana, che «gli indiani usavano di questa pietra in luogo di ferro, come scrive Pietro Martire (De orbe novo, lib. 4), formandone mannaie ed altri istrumenti per tagliare, e fabbricare case e barche, canoe da loro chiamate, non avendo ancora uso del ferro, ritrovandone assai nei loro fiumi»2. E vuolsi avvertire che Moscardo viveva nel secolo XVII e Pietro Martire nel XV.

Si legge nei Diari Sanesi dell’Allegretti come il capitano delle galee del re di Spagna, Cristoforo Colombo, abbia visitato nel 1493, «oltre alle colonne d’Ercole, in Canaria», un’isola, nella quale «alcuni uomini mangiano gli altri di un’altra isola vicina e sono gran nimici insieme, e non hanno alcuna generazione d’arme...»; «i loro mari, soggiunge, sono molto tranquilli e usanli con certi ceppi d’arboli grossi, cavati per forza di certi sassi taglienti». Da questa citazione, che trovo in una scrittura del maggiore Angelucci3, emerge in prima che nel 1493 regnava, ancora l’età della pietra in una delle Canarie e che fin da quel tempo fu conosciuta da taluno in Italia la vera natura delle ascie litiche.

L’Aldrovandi, che visse dal 1527 al 1605, ravvisa nelle accette di pietra antiche armi che, rimaste lungo tempo sepolte, avrebbero acquistato consistenza litoidea. Vallisnieri, morto nel 1730, asserisce che gli uomini facessero uso di stromenti litici prima di conoscere i metalli.

Il D.r Plot e William Dugdale in Inghilterra interpretarono rettamente, secondo J. Evans, il significato di antiche

  1. Angelucci A., Ricerche preistoriche e storiche nella Capitanata, pag. 29. Torino, 1872.
  2. Museo Moscardo, lib. II, cap. 3°.
  3. Angelucci A., Op. cit., pag. 29.