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mal note, si convertivano in roccie cristalline. Poco appresso, avvenivano piccole eruzioni sottomarine di porfido rosso in quel di Nava e d’Ormea, nonché in molti altri punti della regione Alpina e queste erano, a quanto pare, le prime avvisaglie del vulcanismo in Liguria.

In tali condizioni si chiude l'era paleozoica, che ha lasciato fra noi si scarse vestigia, ed esordisce la secondaria, per così dire il medio evo dei tempi geologici.

Presso a poco nel medesimo momento geologico, la Liguria era teatro di un fenomeno imponente, già verificatosi molto innanzi nella regione Alpina. Squarciatasi la corteccia terrestre nella Riviera Occidentale, e in ispecie fra Sestri Ponente ed Albissola, scaturirono torrenti di fanghi magnesiaci e si distesero sul fondo marino, occupandolo per vasto tratto.

Ripetutasi due o tre volte l’eruzione di questi fanghi, i quali, consolidandosi, divennero le nostro serpentine antiche1, avvennero emissioni di acque minerali e termali che indussero mutamenti profondi nella natura dei depositi in via di formazione, talchè si produssero a lungo andare eufotidi, anfiboliti, dioriti ed altre cosidette pietre verdi2.



  1. Questo modo di spiegare l’origine delle serpentine è ammesso da buon numero di geologi; altri però tengono le serpentine in conto di metamorfiche. Vedasi in proposito la relazione pubblicata nel l.° fascicolo del Bollettino della Società geologica italiana e i lavori di Taramaelli, De-Stefani e Lotti.
  2. Siccome supponiamo che queste roccie sieno formate col concorso di materiali di sedimento e d'altri idroplutonici, in certo modo da due parti, perciò l’ingegnere Mazzuoli ed io le denominiamo complessivamente anfimorfiche (Boll. del R. Com. geol., 1881).