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profonda sul suolo che l’ha veduto nascere; è divenuto per così dire il precipuo fattore geologico in Liguria. Egli atterra gli alberi, apre le zolle colla vanga e l'aratro, taglia le rupi in scaglioni, spezza e feconda la nuda roccia, edifica muri di sostegno, casolari, capanne. Più tardi scaverà porti e darsene, fonderà moli e scali, fabbricherà ponti, officine, ospizi, templi, palagi, teatri, aprirà strade, ferrovie, forerà le montagne per agevolare le comunicazioni tra valle e valle. Che importa che la natura gli abbia negato il fiume e il lago, d’onde il beneficio delle acque perenni e copiose? Egli raccoglierà il tributo dei rivi e delle sorgenti, formerà laghi artificiali sbarrando valli; il torrente non sarà più un flagello per lui; ma, sapientemente imprigionato, si convertirà in docile schiavo che il suo signore destinerà ai più svariati uffici.

Ora di proposito deliberato, ora inconsapevole, l’uomo esercita altresì un’azione potente sulla fauna e sulla flora; molte specie sono da lui distrutte, altre egli ne introduce da lontani paesi. Certi animali sono per opera sua profondamente modificati dalla domesticità, così come corte piante subiscono cangiamenti radicali per effetto della coltura. E, dal modificarsi della flora e delle locali condizioni topografiche e idrografiche, risulta che il clima stesso non sfugge, comunque indirettamente, alla sua influenza.

Di siffatto trionfo del popolo ligure sulla natura, mi compiaccio come splendida manifestazione di energia, di intelligenza, di pertinacia, ed io confido che il progresso nell’ordine materiale non andrà disgiunto da quello nell’ordine morale, in cui ripongo tuttavolta il più alto ideale di grandezza. Perciocché,