Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
20 |
della quale il mare s’insinua nella valle del Po fin nei pressi di Torino, in quella della Dora Baltea fin nelle vicinanze d’Ivrea, nonché in molte valli secondarie e perfino nei laghi delle Prealpi. Questi appariscono allora come golfi profondamente insenati fra alte ripe, golfi simili ai fiord attuali della Scandinavia. In Liguria, il Mediterraneo si addentra nelle vallate della Roia e della Nervia, occupa i piani d’Albenga e di Vado ed una estesa striscia di litorale. Ivi si depositano le marne impropriamente conosciute col nomo di tufi e sabbie gialle, le quali in passato costituivano un solo deposito continuo dal Varo fino alla fiumana bella che « tra Sestri e Chiavari s’adima » e forse più in là.
Nei primi tempi del periodo geologico cui sono pervenuto colla mia narrazione (pliocene), i monti e i colli, meno alti che non attualmente, rimangono in gran parte coperti di sedimenti marini, recenti, che saranno asportati poi dalla denudazione e presentano curve più regolari e fianchi meno ripidi e scoscesi.
Fiumicelli tranquilli scorrono in mozzo ai boschi, in cui prevalgono le conifere dei generi Sequoia, pino ed abete. Queste piante accusano un clima piuttosto caldo e asciutto. Mentre nella Val d’Arno, in Toscana si conservarono i resti dì una ricca fauna terrestre un po’ meno antica, fauna che comprende scimie (Macacus fiorentinus e ausonius), felini (3 sp.), Machærodus (3 sp.), iene (2 sp.), canidi (2 sp.), cervi (4 sp.) e inoltre i generi orso, Mustela, cavallo, Mastodon (M. Arvernensis), Elephas (E. meridionalis), Rhinoceros (R. elruscus) Bos, Histrix, Lepus1,
- ↑ Vedi Forsyth Mayor, Consid. sulla Fauna dei Mammiferi fossili della Toscana, Pisa 1877.