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intanto, per l’azione di acque termominerali, in calcari silicei, diaspri, ftaniti ecc. Un solo letto di serpentina tra Pontore e la via del Bracco raggiunse più di 12 chilometri di lunghezza, con potenza, in certi punti, di ben 2500 metri.

Sopra Borzoli, due sottili letti di serpentina terziaria si adagiarono quasi immediatamente al disopra della serpentina antica; coincidenza non sospettata prima d’ora e che rese per molti anni assai difficile e complicata la determinazione cronologica di siffatte roccie1.

Il pregiato verde di Polcevera, di cui sono decorati alcuni dei nostri più nobili edifici, non è altro che serpentina pertinente ad uno di questi letti, la quale, fessa ed infranta da ingente pressione, fu poi ricementata da acque calcarifere.

Dopo tale sfogo non parve attutirsi l’energia delle forze interne. Ben presto, infatti, cominciò a manifestarsi mia serie di oscillazioni del suolo, per le quali si abbozzarono talune delle pieghe che dovevano dare origine alle Alpi e agli Apennini. Le roccie più rigide, piegate e contorte, si ruppero e nelle spaccature le acque circolanti depositarono svariati minerali metallici, i cui elementi furono tolti di preferenza alla serpentina.

Così ebbero origine, io credo, i filoni ramiferi di Monte Loreto, della Gallinaria, di Bargone ecc.

In pari tempo, grandi masse di sedimenti argillosi s’impregnarono, per effetto delle stesse acque, di minerali di ferro, di rame e di manganese e in seno a tali roccie si produssero, per lenta concen-



  1. Vedasi: Mazzuoli e Issel, Boll. del R. Com. geol., 1884.