Pagina:Libro di sentenze, a cura di Giuseppe Manuzzi, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1863.djvu/60


— 47 —


se la ragione1 ti governa, tu sarai governatore d’altrui.

Né troppo tacere, né soperchie parole.

Colui che addimandò lo consiglio d’un altro a sapere.

Molti ne dee temere chi vuole essere temuto da molti.

Per una ingiuria si distrugge tutta una schiatta.2

Alcuna ricchezza non può essere nel mondo che la gloriosa notizia della letteratura scienza non la cresca.

Sempre si fa bene se la celestial paura s’appone agli umani costumi.

Gravissimo male è di ricevere danno, onde si credeva ricevere aiuto.

Non sarà dilettevole quello che sarà sospeso per ingrata dimoranza.

Fa’ la spesa affrettatamente quando la cosa lo dimanda.

Colui desidera l’utilità della fama che abbandona crescimento della pecunia.

Fugge3 sempre lo dolce lo quale si può fare amaro.

ovidio.


Vince4 lo tuo cuore e la tua ira tu, che vinci tutte le cose.

L’aequa che spesso non si rimuta, è sempre fracida, o vero diventa fracida.

Quando la volontà ubidisce la ragione, lo cuore è re del reame del suo corpo.

In vendicare diventano gli uomini troppo nocenti.

Forza sanza ordine non ha lunga durata.

Virtù è d’aversi astenuto di piacevoli beni.

Gli splendienti vestimenti contrastano gli onesti costumi.

  1. Il ms. la legge.
  2. Il Ms. schiera.
  3. Cioè, fuggi, vinci. Desinenze antiche oggi dismesse del tutto.
  4. Cioè, fuggi, vinci. Desinenze antiche oggi dismesse del tutto.