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romani. Vn gentilhomo romano andando una uolta auedere una faapoffeflìonc fora di roma:« fcontrandofìconquefti malandrini incontinente fu occifo da loro;Quàdo la nouella dique fto dtadino fu fparta in roma tutti nhebeno gran dolore: « fprcial/ mente i Tuoi figlioli. Et confiderando li-figholi come loro padre era foto morto n5penfauan mai (e no in che modo iene potè fieno uen (beare:« fadoinebbeno ogni lor (forzo andtrenof quella parte do ue habiraua quello malandrino « intrati che furono in uno grande bofcho fi repoforono quiui alquanti giorni fecretamente per uedere In die modo meglio lo potefleno trouare « ocridere.Hora dice Ihi-* ftoria benche quefto malandrino biffe pefiimo « catiuo homo: nié tedimeno hauea gran deuotióe « riuerétia in la gloriola uergine ma ria « ogni di una uolta fi partiua da fuoi compagni « andaua f certo luoco rimoto « guiui lì di fa rmaua tutto con li zinochi nudi in terra falutaua la uergine Maria dela falutatione angelica:« facendo coftui una uolta quefta ora tione li fuoi inimid lo trouorono « fi locdfeno i una fofTa di neue lo fe pelirono « poi tornorono a roma co gran fé; fta.La node fequenteuno prete facreflano dela chiefia di fando pie/ tronfi leuo la nodea fonar matti tino « trouo le porte dela chiefia ap te:« ciò uedendo tu tutto fpauentato « infpaurito credendoli efler flato robato:« cercando non trouo màchare niiTuna.cofa. Et in ques fio fubitamenteuede uenire in la chiefia una gràgente «in mezodi loro età un grande « honoreuel fìgnore:unde quello prete per pau/ ra fe nafeofe de drio lai tare per uedere fine ala fine de quel chc'facea nocofloro.Et fhndo un poco uide uenire gran moltitudine di done «- in mezodi loro era una belliflima dona fopra tutte le altre'laqual fi repofa dimpetoaquel fignore. Et ftando un poco uide uenire an> chora gé te de homini fozi « bruti « terribili « i mezo di lor era un fozo« crudele più che tutti li altri fiqfi portauanograndé moltitudi re di carte fcritte:poi uide uenire un angelo co lanima di queflo nec catore « aprefentole dinari dal fignore dtcédo:miifer giudicati qila ala cat iuella alhora el pridpe delli diauoli fi fece inari con qfle carte fcritte«difle mifler fad rafone.Io ti domadoqflaaia che Ieiemia« de efler de rafone ecco le carte de limali che fui afado die fopra, tu t t» li beni che lui facefTe ma « tutti li altri diauoli cridauao,Signor'daIa fernétta che louoliamoméare alle pene eternale:« alhora el fìgnor fe n'uolfe iuerfo qlla aia:« difle.O aia dolorofà oue foli beni chetu hai'fadi:«mùon6 rifpóde p te:«iqlla uolta fi leuo fufo qlla nobile dona igenochiofiinacialfignor «dille Signor io ti pgochetuno debx dare qlla ria «maluafiafnia fopr? qflaaia topina: poniamo cB