Pagina:Li miraculi de la Madonna, Venezia, 1496.djvu/20

hauea hauutodui beHiffimì figlioli fi come ¡1 padre gli mandata diceri do. Laqualcofa quel giouene aldendo fa pieno di grande confola// rione : oc per tanto fcnpfe Iittere figillate del fuo lìgi Jo ne le quale ma daua cofli;a dire alpadre-Sereniimno padre fe me amate comecaro figliolo di la mia donna Si di mei figliolini habiate bona cura altra// mente non me uederiti mai più. Et riceuuto il tàmeglio le ditte lit/* tere&defiderando tornare al fuo ùgnore andò prima alla regina CO/- me gli hauea prometto. Et quella ulandogli molta humanita gli die/ deabeuereuuio tanto potentechequeHo incontinente fu inebria /. to. Eteffendo graueroenteadormentatola regina gli tolfelelitte^ re : Si legendole iti certificata deldubiò che lei hauea:#in guefto luo ■ co doue diceua de lamia donna Si de mei figliolini habiate bona cura rafe follmente# fcripfe cotti. Quella meritriceconfuoifiglioli fa te amarre altramentenon meuederete mai più perhoio iodi cer.» to chelei-glia aparturno di adulterio« Poi raconcio le Iittere come erano prima Si chiamo quel famiglio Si rimandolo al fuo uiazo. Ha oendo il duca lette le Iittere del fuo figliolo non fi motte a furia con/ tradela giouene:ma chiamo li (uoiferui# ditte a loro la condufio// ne dela littexaOnde elli prefono p partito che lei luffe menata a qual che luoco deferto acio che quella fatte deuorata da le fiere fa luatiche: Si pigliandola gli puofei fuoi figlioli in brazo; Poi fenza alchun lub/ iidio humano la fece menaral defertoi Et quella mefchinella ueden doli iollenere tanta tribulationeiniuftamenteabàdonatada ognihu mano aiuto piangendo chiamaua d moramente la gloriola uergine Maria che laiutaue ecauaffe de tanta tribulau'one. Poi lamentandoli dicea.O gloriola madre di pietà #di mifericordia hor no ueditu qua ti mali io foilegnochelpar chio fìa abandonata da tutto el mondo Hor non moro io qua con quefti mei figlioli fei tuo aiuto non mi fcC' corre Priegoti gloriola regina del cielo che tu non mi abandoni in quefto deferto luoco impero che io non ho fperanza in altri che in te perche fei piena de ogni grana- Eflendo quella giouene (lata inque ftiprieghi# lamenti per grande fpacio Si pigliandoglifuoi figliolini m bracio come meglio poteua piangendo Si orando molto adolora ta comincio ad andare per quefto deferto. Et come a dio piacque el fa peruenne ad una fpeluncha di unoiantto heremita.Lo quale ueden dola coifi abandonata con quelli dui figlioUniinbracioficommoffe a grande pietà fi come a dio piacque per li meriti della iua gloriola ma dre.Ondelamifledétro in uno luoco feparatodellafuacella Si mini ftrauagli di quella pouerta che a dio alor daua. Stauaiì quella giouene in quella fpeiunem fempre in oratione pregando la Regina del cielo