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la gloriofa ucrgf nc Maria (capo dà molte infìdie una figlio/ la de uno impatore alla qle gli erano fiate tagliate le màe: Capùxu E lege in una certa cronica che nel tépo nelquale fu t ràflatato toei romano impioal Re di franza.Regnauauno,impatore s quale haueua una fua dona grauida quella uenédo al tépo del parto parturi una bella figliola.« in quello parto laRegina p lograde dolore che la llrinfe palio di quella uita in pace. Aducnepoi p ipacio di certo tépo lo Re fe cógjòfe al.matnmóio co una altra don naia quale in quello tépo era nominata punadele più belle donne che fuUe nel mondo.Et péro molti lì uenianode tòtani paeii auedere per maraueglia la belleza di quella donna.« tutti quelli che la uedev uano fi diceuano colli neramente coilei fie la più beHa donna del m5 do.mafe la figliola del Re cri (cera molto fara più bella di lei. Inten/ dendo la regina quelle paróle incótinente fu cómofla contra la dièta giouane.Vnde più inlbgata dal demonio fi cerchaua in che modo la potefie tare morire lì chel Re ne altra perfona non lo fapeffe. Ad> uenne una uolta per calo che lo Re andando fiiora df cala o uero de la cita in altra prouincia. Et quella Regina puraccelà« infiammata de inuidia incótinente chiamo a fe alquanti fuoi famigli fecreti«fide li « dilTeglilo fuo fecreto facédoii impromettere de ciò maino ma mtèilare ne reuelare ad alchuno.« quelli alhora infiàmati «defide/ rofide confentire al fuo proponiméto refpofeno che lollicitaméte adimpirebheno el fuo commandamento. Alhóra la Regina pur inlli gata dal demóio de linferno di ITe cofli ad eflì. Andati ad uno certo lo co 1ecreto torà de la citta molto dalógi «menati có uoi quella dami fella figliola del re « quando ihauereti menata in quello deferto uoi la occidete « laflatela ale fere azo che la dcuorano.imperho che tien cattua uita.Et fe la facra maieftadel re fapeffe la fua grande iniquità/ de con le lue proprie mane la pcciderebbe. Ma cioche io polla fape re di certo che ella ùa Hata da ùoi morta dapoi che lhauerete occifa ta gitateli le mane «portatele qui a me «alhora cognofcero certamen te uoi eflere mei fideli ièrui «quellialhora caldi nel male operar prò mifleno di fare tutto quello taào.« onde prettamente penfando « ordinando come quello meglio poteflìno fare che non folle fa puto « con molte maline« inganni trafleno quella pulcella occultamcte fora de la cittade « menandola in uno grande deferto ordinorono de occidcr!a.Ma confiderando «uedédo la deuotione«honcllàde della didla donzella laquale con grandiflìmi piati fericomandaua ala gloriofa uergine Mana.In tantoché quelli commoflia pietà de nòn ocaderla.Ma pur uokndoadimpire el comandamento deliatuidxoia