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rarsi delle dovizie antiche di Taranto bastano le numerose ed elegantissime sue monete d’oro e d’argento.

„ΑΡΕΘΟΣΑ. Testa di Donna avvenente con chioma sparsa )( ΣΥΡΑΚΟΣΙΩΝ. Un giovine in un cocchio a quattro cavalli in piena corsa vien coronato da una vittoria, che gli vola incontro (tav. 6. n. 4.).

Siracusa quella rinomata, e superba Metropoli antica della Sicilia, la quale viene senz’altro dubbio riputata la più sontuosa delle greche Città, è in oggi ancora il Perù degli Antiquari Medaglisti. Ne provengono tante monete d’oro, d’argento, e di tanta ragguardevole mole, che sorpassano in eleganza, e buon gusto quanto aver si possa di bello in tutto il regno Numismatico. Il diritto rappresenta il simbolo di Aretusa fonte vicina alla Città, ed al mare, fonte da Siracusani avuta per una Divinità, e della quale si sono fatta i Poeti una delizia, che accese il loro estro a comporne Romanzetti galanti sul di lei antico stato di Ninfa. Per questo l’artista la dipinse di venustissima forma secondo il gusto consueto de’ Siciliani di esprimere in giovenile vago sembiante i loro fiumi e fonti. Il rovescio, secondo l’uso della lor moneta, rappresenta il tipo allegorico della Vittoria riportata nel corso delle quadrighe. Αρεθοσα, Συρακοσιων viene espresso in dialetto Dorico in luogo di Αρεθουσα, e Συρακουσιων.

„Testa di Minerva )( ΑΘΕ . ΝΕΣΤΩΡ . ΜΝΑΣΕΑΣ . Civetta in piedi su di un vaso giacente. Il contorno é formato di una corona di ulivo (tav. 6. n. 5.).

Tali erano le monete comuni di Atene. Minerva, e la di lei Civetta ne aveano preso un possesso quasi esclusivo; poiché gli Ateniesi la riguardavano come loro Dea tutelare fin dai tempo, che la Città loro dopo la famosa tenzone con Nettuno le era toccata in sorte, e ne portava anzi il nome, che in greco dicesi Ἀθηνᾶ. Queste monete ebbero la denominazione di Civette per esservi figurato un tale Augello, come più sopra osservammo. Il conio riguardato coll’occhio dell’arte appena giunge alla mediocrità; e quando si voglia paragonarlo con tutti quegli altri, che dalle Città greche contemporaneamente sortivano, potrebbe abbandonarsi nell’infima classe, circostanza tanto più notabile trattandosi di un’Atene, dove le bell’arti regnavano come nel loro trono. Veggonsi per lo più varj Magistrati nel rovescio