Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
71 |
nate dall’Amore fraterno Philadelphia, del che ne hanno insignite perfin le monete. Nondimeno Caracalla uccise Geta nel seno della Madre, a cui si era rifugito. Il rimorso di un’azione così truce, e snaturata gettò il fratricida in un profondo abisso di melanconia, che lo istigava a sfoghi ulteriori di crudeltà. Ma poiché il di lui furore dava sempre in eccessi peggiori, venne ucciso nella Mesopotamia ov’egli si era condotto per combattere i Parti, e ciò ad istigazione di Macrino Capitano delle guardie del Corpo sei anni dopo aver regnato da se solo.
L’Epigrafe porta M. AVRELIVS ANTONINVS PIVS FELIX AVG. Mai non si vede il nome di Caracalla sulle monete, perchè un tal sopranome gli era dato unicamente dal volgo per la foggia straniera del suo vestito alla Gaulese, detto Caracalla. Il titolo di Parthicus Maximus, e di Britannicus ei lo aveva comune col Genitore, al quale aggiunse sulla fine anche quello di Germanicus, per le sue pretese vittorie su di questa nazione.
„P.M. TR. P. XVII. COS. IV. P. P. Esculapio in piedi tiene colla destra la verga, cui è avvittichiato il Serpente: presso lui v’è il piccol Telesforo (tav. 5. n. 20) oppure Apolline col ramo nella destra, e la lira nella sinistra (tav. 5. n. 21.); oppure Ercole con un ramo, nella destra, e nella sinistra la clava, e la pelle del Leone. (tav. 5. n. 22.) „
Questa specie di monete fu coniata nel di lui anno, e ha relazione col pessimo stato di salute deteriorata notabilmente dopo l’enorme fratricidio. S’immaginava sempre di vedere Geta col pugnale alla mano per trarne vendetta. Egli forzavasi di scongiurare le ombre, e particolarmente quella di suo Padre, che gli appariva di tanto in tanto, sempre accompagnata da Geta. Poiché egli non potea trovar pace, si appigliò al culto degli Dei, i quali, secondo la Mitologia, si riguardavano come protettori della Salute. Fra questi Esculapio, Apolline, ed Ercole vennero rappresentati sulle monete sopra descritte. I due primi sono riconosciuti siccome i maestri dell’antica Medicina. Vicino ad Esculapio vedesi il piccolo Telesforo in abito corto, che per distintivo porta sulla testa il cappuccio. Egli apparteneva pure alla classe delle Deità salutifere, e veniva dato ad Esculapio in compagno. Il di lui nome viene da τέλος, fine, e φέρω portare, perchè perfezionava la guarigione. Ercole però ancora entrava nella facoltà medica, e per-