Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
66 |
li aveano invaso i distretti Romani per mantenersi in possesso dell’Armenia . Egli si trattenne in Antiochia neghittoso, e immerso ne’ suoi bagordi, abbandonando le imprese militari a’ suoi Generali, per la bravura de’ quali piegarono le cose favorevolmente, a segno che i due Imperatori vennero insigniti co’ titoli di Armenicus, Parthicus, Maximus, e Medicus.
„ DE GERManis, oppure DE SARMatis. Una congerie di armature germaniche, e sarmatiche. (tav. 5. n. 11. e 12.) „
Cotesti sono que’ Trofei ammucchiati, che denotano le vittorie riportate su i Germani, e i Sarmati, e per le quali M. Aurelio venne pur denominato Germanico, e Sarmatico. I Sarmati erano un’assai barbara, e bellicosa Nazione, i di cui Stati erano traversati dal Danubio nella Pannonia, e si estendevano di molto dentro l’odierna Polonia.
FAVSTINA LA GIVNIORE.
Figlia di Antonino Pio, e Moglie di M. Aurelio, ma nel tempo stesso l’ignominia di un sì glorioso parentado per il suo Libertinaggio. Venne più volte consigliato il di lui Reale Consorte a repudiarla per lo meno, quando avesse voluto trattarla moderatamente senza privarla di vita; ma egli rispose: quando io debba ripudiarla convien poi ch’io le restituisca la dote; vale a dire la dignità Imperiale, ch’egli avea ottenuta con averla sposata. Essa morì prima di suo marito, il quale però non mancò di collocarla fra le Deità. Le persone dabbene se ne scandalizzarono: ma volendo stare alla Storia dei Numi, non v’è apparenza, che si usasse in Olimpo di un gran rigore nell’accettare de’ Candidati per quel Collegio.
„ FAVSTINA AVGVSTA. Testa di Faustina )( FORTVNAE MVLIEBRI. La fortuna sedente regge colla destra il timone, e porta colla sinistra la cornucopia. (tav. 5. n. 13.)
In nessun paese professaronsi alla Fortuna tanti ossequi, nè le furono eretti tanti templi, nè accordati tanti titoli, quanto a Roma. Ciò fu perchè i Romani credeansi assai più debitori a questa Dea del loro ingrandimento, che non al proprio coraggio, e sapere, sul quale articolo Plutarco ne ha lasciato un’intero Libro, A’ tempi del Re