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sa di Gerosolima lor Capitale piegare il collo al giogo Romano per le vigorose, e severe misure prese da Vespasiano, e da Tito. Una tanto memorabile conquista cade nell’anno 70 di G. C. La palma è il simbolo della Giudea, e in questo aspetto apparisce anco nelle monete di Nerva.
„ Facciata di un sontuoso Tempio, nel cui mezzo siede Giove; Minerva alla destra, e alla sinistra Giuno. (tav. 4. n. 6.) „
Nelle turbolenze insorte a Roma negli ultimi giorni di Vitellio, allorché Vespasiano si avvicinava coll’esercito, s’appiccò fuoco in Campidoglio al Tempio di Giove. Appena salì in trono Vespasiano, e si recò a gloria di riedificare con tutta magnificenza quel Santuario dello Stato; e per infervorare il pubblico a una tale impresa, si fece egli stesso a sbarazzarne le ruine colle proprie mani. La maggiore spesa però ne fu addossata a’ Giudei. Poiché ciascuno di essi era tenuto per legge patria di contribuire due dramme, cioè il mezzo siclo per le decorazioni del Tempio in Gerusalemme, fu loro comandato di doverne rivolgere in appresso il pagamento per la manutenzione del Tempio Capitolino. Le tre citate Divinità furono collocate in quel tempio al modo istesso, che veggonsi sulla moneta, ove precisamente sopra di Giunone vien data la preferenza della mano dritta a Minerva. In Roma difatti si fecero a questa Dea i più distinti onori. Per questo il poeta Orazio parlando di Giove dice:
Proximos illi tamen occupavit
Pallas honores.
- lib. I. od. 22.
Dietro al qual principio, fu assegnato sulla moneta di Antonino Pio l’istesso rango a queste tre Deità nel simbolo dell’ Aquila di Giove in mezzo, del gufo di Minerva a destra, e del Pavone di Giunone a sinistra.
TITO.
Primogenito, e successore di Vespasiano. Sotto alla di lui condotta venne felicemente finita la guerra Giudaica. Durante il suo Impero fece il Vesuvio la sua prima spaventosa esplosione, per cui soprafatte dalle lave, e dalle ceneri eruttate da quel Vulcano, rimasero sepolte le belle Cit-