Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
41 |
ce interna guarentita la tranquillità del popolo, decretò il Senato, che fosse piantato alla di lui Casa un tronco d’alloro per le riportate vittorie, e una corona civica in segnale dei Cittadini salvati.
„ACTium IMP. X. Apolline togato in piedi colla Lira. In altra moneta SICILia IMP. X. Diana in corso coll’arco e saetta, (tav. 3. n 12. 13.)„
Amendue le monete vennero coniate in memoria delle sue precedenti vittorie, in grazia delle quali egli pervenne alla sovranità. La prima appartiene alla notissima vittoria presso il promontorio d’Azio, ove sorgea un tempio di Apollo. La seconda alla sconfitta che diede a Sesto Pompeo presso Artemisium, luogo consecrato a Diana (chiamandosi questa Dea Ἄρτεμις) per la quale egli sbrigossi di un sì pericoloso rivale. Queste due Divinità perciò divennero sue favorite, alla cui protezione egli si faceva un dovere di attribuire la sua fortuna.
„SIGNIS. RECEPTIS. Un soldato de’Parti in ginocchio restituisce un’insegna romana. MARS VLTOR in piedi, che in ciascuna mano sostiene un vessillo. CIVIBus . ET. SIGNis. MILITaribus. A. PARTHis. RECVPeratis. Un9 arco Trionfale (tav. 3. n. 14. 15. 16.)„
E’ nota la strage sofferta in Oriente da Marco Crasso allorché investì per orgoglio i Parti, nella quale egli perì col nerbo della Romana milizia, e caddero in potere nemico le sue bandiere. Per ben 33 anni restarono in mano de’ vincitori quelle insegne, fino a che Augusto forzò minacciosamente il loro monarca Fraate (Phraate) a restituirle in un co’ prigionieri tuttora viventi. Augusto edificò pertanto un tempio a Marte denominato Vltore, e vi fe riporre le ricuperate bandiere.
„Un cippo sul quale si legge S. P. Q. R. IMP. CAEsari QVOD. Viae Munitae Sunt EX EA Pecunia Quam IS AD Aerarium DEtulit. (tav. 3. n. 17.)„
Questa moneta denota il riattamento delle strade militari ordinato da Augusto col denaro conquistato sui nemici. Si osservi la nobile semplicità dell’Epigrafe senza bizzana di frase, e senza quell’ampollosità, per cui le iscrizioni moderne riescono in gran parte ridicole.
„IMP. XI. Un Capricorno „ (tav. 3. n. 18.).